Nell’era digitale e del mercato online, possedere un sito web è diventata una esigenza imprescindibile sia per le aziende che per i professionisti.
Se sei un imprenditore o un libero professionista con Partita IVA, dovrai sicuramente prestare attenzione non solo ai ricavi derivanti dalla tua attività o professione, ma anche a quei costi che si affrontano durante l’anno, che tornano utili per potere diminuire la pressione fiscale e, quindi, per risparmiare qualcosa sulle tasse.
È importante, quindi sapere che sotto il profilo fiscale, le spese per la realizzazione di un sito web sono deducibili al pari delle spese affrontate per la pubblicità aziendale o per l’acquisto di beni strumentali per l’azienda.
La deducibilità fiscale dei costi legati alla creazione di un sito web sono oneri pluriennali qualora il sito web possa classificarsi come e-commerce, inteso come opera d’ingegno, mentre sono classificabili come spese di pubblicità nel caso in cui si tratti di siti vetrina o pubblicitari.
Da un punto di vista fiscale l’articolo 103, comma 1, del DPR n. 917/86 dispone invece che le quote di ammortamento del costo dei diritti di utilizzazione di opere dell’ingegno sono deducibili in misura non superiore al 50% del costo purché ovviamente il bene stesso partecipi al processo produttivo in modo duraturo.
Nel caso in cui il sito web si limiti ad illustrare l’azienda o i suoi prodotti e servizi (siamo nelle fattispecie dei siti vetrina e pubblicitari) le spese sostenute potranno essere trattate come spese di pubblicità e quindi deducibili nell’esercizio in cui sono state sostenute. Le spese di pubblicità infatti sono per definizione quelle spese sostenute per diffondere il nome e l’immagine dei prodotti dell’azienda e quindi incrementare le vendite.
I costi di gestione periodici
Accanto ai costi di progettazione e realizzazione del sito web l’azienda o il professionista sostengono ogni anno anche dei costi di gestione periodici, legati ai server, al dominio e alla manutenzione del sito internet.
Costi di manutenzione e gestione del sito web – si tratta principalmente dei costi legati alla manutenzione e gestione del sito internet. In particolare si tratta dei costi legati al server utilizzato per la memorizzazione dei dati e per l’hosting, e le varie consulenze legate a questi aspetti. Tali costi, devono essere spesati nell’esercizio in quanto trattasi di costi operativi ricorrenti;
Costi legati al dominio internet – si tratta del costo annuo legato al dominio internet del sito. Il dominio rappresenta il nome che contraddistingue in maniera univoca un sito web e può essere acquistato esclusivamente in concessione per l’utilizzo, e mai in proprietà. I costi sostenuti per il dominio devono essere capitalizzati come oneri pluriennali, alla voce di bilancio B.I.4 e ammortizzate come “Concessioni, licenze e simili“. Attenzione, però, nel caso in cui il dominio rappresenti anche il marchio (registrato come tale), occorre necessariamente rispettare la relativa normativa. Il dominio, registrato come marchio può essere ammortizzato e fiscalmente le quote sono deducibili in misura non superiore ad 1/18;
Costi legati alla redazione e preparazione dei contenuti – sono costi legati ai contenuti pubblicati sul sito web, e legati a possibili acquisizioni di diritti per la pubblicazione, consulenze, e tutte le altre spese legate alle pubblicazioni web. I relativi costi devono essere iscritti in conto economico e spesati nell’esercizio in quanto la vita dei contenuti genericamente è molto breve.
Naturalmente per ogni spiegazione esauriente e per l’applicazione pratica il consiglio è sempre quello di rivolgersi al proprio commercialista, ma come abbiamo visto le possibilità sono molteplici.